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( la passione ) Prenotare un tavolo qui non è solo scegliere un posto dove mangiare, è decidere di chiudersi una porta alle spalle per un po’, rallentare, sedersi e ascoltare una storia narrata da vino, cibo e parole. Prenotare un tavolo qui è scegliere di sentirsi a casa, è sapere che ogni pezzo ha la sua
( la presenza ) importanza e che la qualità è per noi una missione e non solo un concetto astratto. Un’esperienza che calice dopo calice, piatto dopo piatto, incontro dopo incontro, si fa sempre più profondo e radicato. Prenota il tuo tavolo. Noi ci occuperemo del resto.
Qui il tempo scorre senza fretta. Se hai voglia di rallentare, di gustare qualcosa di vero, di lasciarti raccontare un territorio attraverso i suoi sapori, noi ci siamo. Un luogo dove ogni dettaglio è scelto con cura, e ogni attimo vale la pena di essere vissuto.




Il vino è il colore del giorno e della notte, con piedi di porpora o sangue di topazio. È il figlio stellato della terra, liscio come una spada d’oro, morbido come un disordinato velluto, avvolto su se stesso, sospeso, amoroso, marino. Non si trova mai in una sola coppa, in un solo canto o in un solo uomo, perché è corale, gregario, inevitabilmente scambievole. A volte si nutre di ricordi mortali e, sulla sua onda, navighiamo da tomba a tomba come tagliapietre del sepolcro gelato, piangendo lacrime passeggere. Ma il suo abito primaverile è diverso: il cuore si innalza tra i rami, il vento muove il giorno, e nulla resta nella sua anima immobile. Il vino fa muovere la primavera, cresce come una pianta di allegria, abbatte muri e rocce, chiude abissi e fa nascere il canto. Nel deserto, con la donna amata, il vecchio poeta invocava una caraffa di vino, perché il bacio dell’amore potesse unirsi a quello
del vino. E tu, amore mio, sei d’improvviso la curva colma della coppa, il grappolo del mio desiderio, la luce dell’alcool è la tua chioma, le uve sono i tuoi capezzoli, il tuo ombelico è il sigillo puro impresso sul ventre di un’anfora. Il tuo amore è una cascata di vino inesauribile, la luce che cade sui miei sensi, lo splendore terrestre della vita. Ma il vino non è solo amore: è amicizia tra gli esseri, trasparenza, coro di disciplina, abbondanza di fiori. Sulla tavola, mentre si conversa, una bottiglia di vino intelligente illumina l’incontro. Lo bevono, e ogni goccia d’oro, ogni coppa di topazio o cucchiaio di porpora, ricorda che l’autunno ha lavorato per riempire le anfore. E così l’uomo oscuro, nel rito del suo lavoro, impara a ricordare la terra, i suoi doveri e a diffondere il canto del frutto.